Intel, azienda multinazionale statunitense produttrice di microprocessori, ha un grosso problema di sicurezza.
Settimane di caos su una potenziale falla catastrofica per un’intera generazione di chip. Ora è ufficiale, quasi ogni dispositivo prodotto negli ultimi 20 anni è caratterizzato da due bug chiamati “Meltdown” e “Spectre”, che consentono ad un potenziale attaccante di compromettere la memoria di un processore sfruttando i processi che lavorano in parallelo. Il risultato? Un hacker potrebbe rubare ogni tipo di dato presente nel sistema.
Due problematiche peraltro estremamente difficili da risolvere, soprattutto quella denominata “Spectre” che, secondo gli esperti, richiederà diverso tempo per poter essere gestita. I processori Intel sono stati i primi ad essere analizzati, ma non è ancora detto che tutti gli altri chip non siano affetti dalle stese problematiche
Il problema è talmente diffuso da riguardare non solo i computer, ma anche tutti i dispositivi portatili che si basano su questi chip. Ciò significa che anche i dispositivi Android e ChromeOS sono affetti dal bug.
E dunque scattata la corsa alla «patch», ossia a rilasciare un software che possa impedire di usare le falle riscontrate nei chip per «rubare» i dati sensibili che risiedono, stabilmente (e in grande numero), nei pc, nei server e nei database mondiali.
Secondo gli esperti i fix per questo problema porteranno ad una diminuzione fino al 30 percento delle performance perché vanno ad isolare la porzione di memoria rendendola di fatto inaccessibile. Questo solo per il bug “Meltdown”, mentre “Spectre” richiederà una completa ristrutturazione di tutti i microprocessori.
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Davide Parlapiano

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