Spesso nell’immaginario comune la donna viene descritta come un’eroina dai superpoteri che sconfigge il male, una descrizione romanzata ma che non è falsa. Ogni donna è un’eroina che combatte per le persone che ama. Mamme, mogli, figlie che hanno rinunciato a tutto per la loro famiglia e che non mollano mai. In occasione della festa della donna, noi de L’Urlo Cittadino abbiamo voluto dedicare la rubrica Sicilia in versi a una vera eroina siciliana: Felicia Impastato.
Felicia ha combattuto con l’obiettivo di far arrestare i responsabili della morte di suo figlio Peppino Impastato, ucciso a Cinisi il 9 maggio 1978 per ordine del boss mafioso Gaetano Badalamenti.
Il pezzo è tratto da “Le Siciliane – quindici storie vere” di Giacomo Pilati.
“C’è stata tanta resistenza a riconoscere l’omicidio di mafia perché la magistratura del tempo era al servizio di una classe politica corrotta e mafiosa.
Io all’inizio volevo stare zitta. Ero impietrita dalla paura. Ho deciso di parlare quando ho capito che il mio silenzio era stato coperto dai rumori di chi aveva interesse a far passare mio figlio per pazzo, per terrorista. Ho alzato la mia voce su tutte le altre e per la prima volta sono diventata autoritaria. L’autorità che dà dignità al dolore. E da quel momento non mi sono più fermata. Ho parlato per difendere la memoria di mio figlio e la difenderò sempre.
Sono vecchia, che mi possono fare. Se mi ammazzano non possono togliermi la libertà che la sua morte mi ha regalato. La libertà di non avere paura, la libertà di avere detto – la mafia fa schifo – quando nessuno lo diceva.”
Giacomo Pilati è nato a Trapani nel 1962. Giornalista, collabora con diversi periodici nazionali. Autore e conduttore di trasmissioni televisive, per le sue inchieste ha vinto due volte il Premio nazionale di giornalismo “Giuseppe Fava2, l’Oscar di Millecanali per la sezione cultura delle televisioni private. Ha fondato e diretto il mensile lo Scarabeo. Ha pubblicato diversi romanzi e saggi.
“Le Siciliane” (Coppola editore) è un viaggio attraverso la Sicilia. Quindici storie di donne che avrebbero avuto altri destini in altri posti. Perché la Sicilia queste storie le ha allargate, esagerate, stravolte, esasperate. A volte le ha incendiate, a volte le ha spente. Un viaggio unico che fa pensare “ecco siamo arrivati, la meta è il dolore” e poi pensare “no, la meta è il coraggio. Anzi no, la tenacia. O forse è l’orgoglio”.
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Lilli Nicolosi

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