Il prossimo 4 marzo (dalle 7 alle 23) si va alle urne per votare il nuovo Parlamento. In attesa che anche in Italia si diffonda la modalità del voto elettronico, la protagonista rimane lei: la scheda elettorale.
Come in ogni elezione politica al seggio verranno consegnate due schede: per votare
Fin qui nulla è cambiato. Questa volta, però, a complicare le cose c’è la nuova legge elettorale – il Rosatellum bis -, che si basa su un sistema misto: per un terzo maggioritario, per due terzi proporzionale. Per questo un terzo dei candidati viene eletto in collegi uninominali e due terzi con il proporzionale. Le schede elettorali ovviamente riflettono questo sistema, a cominciare dal fatto che è vietato il voto disgiunto, cioè non è consentito votare un candidato e allo stesso tempo una lista diversa dal suddetto, pena l’annullamento del voto. Così come viene annullato qualora si indichi una preferenza tra i candidati del listino di partito: questo perché non sono previste le preferenze.
Come si può votare regolarmente, allora? In tre modi:
- si può tracciare un segno sul simbolo della lista che si desidera votare;
- si può tracciare un segno solo sul candidato uninominale preferito;
- si può tracciare un segno sul candidato uninominale preferito ed anche su una delle liste che lo sostengono.
Quest’anno, per la prima volta, è previsto anche un tagliando antifrode, con un codice progressivo alfanumerico. È il presidente del seggio, al momento della consegna della scheda, a staccare il tagliando e a verificare che corrisponda a quello annotato sul registro elettorale. Dopo il controllo è sempre il presidente che inserisce la scheda nell’urna.
L’orario dello spoglio: quello del Parlamento comincia subito dopo la chiusura dei seggi, dunque, alle 23. “Prima si procede all’accertamento del numero dei votanti e, subito dopo, si comincia lo spoglio delle schede del Senato; a conclusione di tale spoglio, si effettua quello delle schede della Camera dei deputati”, recita il sito del ministero dell’Interno.
Ricordiamo che il voto oltre che essere un diritto è un dovere morale
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Davide Parlapiano

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